Il "Porto" di Trecate

Si è più volte sentito parlare del porto di Trecate sul Ticino, detto anche porto Bestano, di San Martino al Basto, di Boffalora. La denominazione di porto non sta però ad indicare un porto fluviale come oggi possiamo immaginarlo, con banchine per l'attracco dei natanti, ma una particolare struttura che fu in uso fino agli inizi del XIX secolo e che consentiva di attraversare i fiumi in mancanza di ponti. Occorre infatti sapere che i ponti in muratura sui fiumi, dopo l'età romana furono raramente edificati per le difficoltà tecniche che la loro costruzione comportava e per gli alti costi dei materiali. Nel Medioevo sono documentati sul Ticino ponti in legno che venivano costruiti per contingenti necessità, in genere militari, e con particolari caratteristiche. Di solito erano ponti mobili, sostenuti da barche e trattenuti alle rive con funi che all'occorrenza venivano tagliate. Nel 1154 il Barbarossa, giunto al Ticino, presso Abbiategrasso, passò il ponte e quindi lo distrusse: si trattava evidentemente di un ponte in legno. Il porto trecatese era "costituito da due barche accostate, unite da un ampio tavolato su cui possono trovare posto anche cavalli, carri e carrozze. La poppa è occupata da un casotto mentre la prora ospita un castello di sostegno della cordata, in cima al quale scorre la fune di guida. Dalla riva si accede al porto per mezzo di un pontile e il traghetto si effettua facendo scorrere il porto lungo la fune, tirata da una riva all'altra, con la prora trasversale alla corrente". La prima notizia del porto di Trecate è del 919: Berengario I in un diploma datato 14 ottobre donava ad un diacono pavese dei terreni ed il diritto di caccia e pesca da Cassolo al porto di Trecate. Ottone I donò il porto di Trecate, chiamandolo Bestagno, al vescovo di Novara e poco più tardi, nel 1014 Enrico II ne confermò il possesso alla chiesa novarese. Molto probabilmente il porto di Trecate era in funzione anche nei secoli precedenti la sua documentazione ed il suo sorgere e la localizzazione furono determinati dal tracciato della consolare Milano-Vercelli, oltre che dalle favorevoli condizioni del fiume in quel tratto. Il Ticino infatti è sempre stato un fiume molto bizzoso; ogni piena porta cambiamenti di assetto alle rive e dei ghiaieti e spesso anche cambiamenti di letto. Il porto doveva pertanto sorgere in un punto non soggetto a grandi trasformazioni. Il transito sul porto natante comportava il pagamento di un pedaggio. Per questo, oltre che per ragioni militari, il possesso del porto era di rilevante interesse. Solo nel 1447 la Comunità di Trecate ottenne la comproprietà del porto e l'esazione dei diritti di pedaggio a lei spettante veniva appaltata al pubblico incanto. Il porto restò in funzione fino al 1827, anno in cui fu inaugurato il ponte in pietra opera di Stefano Melchioni ingegnere capo del Dipartimento dell'Agogna.

I testi e le foto presenti in queste pagine sono stati liberamente tratti da:

"Storia, artisti e documenti" Vol 5 - Trecate Edito dalla Provincia di Novara nel 1993
 
Gli autori dei vari testi da noi riportati sono:

PIER LUIGI LOCATELLI & MARIA GRAZIA CANESTRINI

Fotografie a cura dello Staff di www.lapiazzaditrecate.it

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