Età Comunale

Nel 1154 Trecate era un villaggio munito di castello posto sotto la giurisdizione di Milano: era però ancora più simile ad un agglomerato di fabbricati rurali che non ad un paese. La posizione geografica del villaggio, in prossimità di importanti vie di comunicazione e del transito sul Ticino, determinò nel corso dei secoli, il suo continuo passaggio dall'una all'altra area di influenza dei Comuni più potenti, in queste terre rappresentati dal Comune di Novara - già documentato come autonomo nel 1116 - e da quello di Milano. Trecate fu continuamente oggetto di contese e teatro di guerre: forse proprio questo impedì una sua rapida crescita e un maggiore sviluppo economico. A questi motivi particolari se ne aggiungono altri, di ordine più generale. Nel corso del X secolo e ancor più dell'XI, infatti, le necessità della difesa contro le incursioni degli Ungari e degli Arabi determinarono il fenomeno dell'incastellamento. Mentre i feudatari si chiusero nei castelli, le città ricostruirono le loro mura e molti abitanti della campagna si rifugiarono in esse. L'addensamento degli abitanti nelle città determinò lo sviluppo dell'economia cittadina, mettendo in moto un meccanismo di crescita sempre più rapida e richiamando all'interno un numero sempre maggiore di persone. La vita cittadina ebbe il centro nel mercato, a cui convergevano prodotti di regioni differenti e i prodotti dell'artigianato urbano. Il nuovo modo di vivere che si organizzò dentro le città portò alla nascita del Comune, con ordinamenti e leggi che tutti dovevano rispettare. I Comuni furono spesso in guerra fra loro e, proprio nel XII secolo, anche contro l'autorità imperiale rappresentata nel 1152 da Federico I detto il Barbarossa. Violento fu soprattutto lo scontro fra l'imperatore e il Comune di Milano, a cui Trecate era vincolata, scontro che si concluse, con vicende alterne, nel 1183 con la pace di Costanza, in base alla quale Trecate passò sotto il dominio del Comune di Novara. L'antica appartenenza del borgo al Comune di Milano, rese difficili i rapporti con i nuovi alleati, i Novaresi, per cui la "villa" di Trecate non ottenne mai dal comune di Novara il privilegio di trasformarsi in "borgo" e poter costruire delle mura di difesa. Gli affronti che i Trecatesi dovettero subire dai Novaresi furono probabilmente all' origine della devastazione e del saccheggio che essi operarono ai danni del palazzo comunale di Novara nel 1356, durante le guerre condotte da Novara - alleata di Milano - contro il Marchese del Monferrato che proprio in quell' anno aveva invaso il territorio del comune e parte della diocesi. Il cronista Pietro Azario dice che: "... da Galliate e da Trecate erano entrati [in Novara] molti villani. ..così Novara fu riempita di ladroni e mascalzoni che meditavano di far saccheggio..." Più che di far saccheggio, Galliatesi e Trecatesi avevano forse il desiderio di vendicare l'op-pressione che Novara esercitava su di loro. Infatti la loro ira ebbe, come oggetto, non i beni dei cittadini novaresi ma le carte del Comune: distrussero i banchi dei notai, buttarono nel pozzo del Broletto i registri nei quali erano conservati i Diplomi di privilegio della città, cioè quei documenti che avevano fatto da supporto all'arroganza dei Novaresi. L'anarchia durò poco. Nel 1358 Trecate ritornò sotto il dominio di Novara, al termine della guerra con il Marchese del Monferrato che dovette restituire Novara e il Novarese ai Visconti. Il casato dei Visconti si estinse alla morte di Filippo Maria nel 1447. Filippo Maria Visconti, nel 1437, aveva venduto la terra e il luogo di Trecate  a Oldrado Lampugnano, che ne era così diventato il feudatario. Con la fine dei Visconti e nel periodo di confusione politica che ne seguì, nel 1447, Trecate riuscì a staccarsi da Novara, e a sottrarsi al feudatario Lampugnano ponendosi sotto la protezione della Repubblica Ambrosiana, prima che quest'ultima fosse costretta a  capitolare sotto le armi dello Sforza. Trecate divenne così libero Comune, con propri Statuti e poté godere di nuovi privilegi. Fra questi grande importanza ebbero la concessione del mercato settimanale, da tenersi in ciascun sabato, i diritti di proprietà e di uso delle acque della Roggia di Trecate derivata dall' Agogna e dal Terdoppio, i diritti sul porto di San Martino. Soprattutto, ai Trecatesi, venne riconosciuta la libertà amministrativa e giuridica nelle cause civili e criminali. La caduta della Repubblica Ambrosiana e la salita al potere di Francesco Sforza nel 1450, determinò un nuovo assetto del borgo di Trecate che, con Galliate e Cerano, fu uno dei primi centri ad arrendersi alla sua potenza e a cui consegnò il castello. In premio ricevette dallo Sforza la riconferma degli Statuti e la conferma dell'indipendenza dalla città di Novara ma dovette accettare il ritorno della famiglia feudataria dei Lampugnano che impose a Trecate il pagamento di un pesante tributo in denaro. Da questo momento la storia del borgo si confuse con quella degli altri centri del Ducato e, a partire dalla fine del secolo XV, con le vicende che interessarono l'intera Europa. Nel 1499 anche Trecate subì la dominazione dei Francesi e alla morte del sovrano Francesco I, avvenuta nel 1535, il borgo con il Novarese e tutto il Ducato di Milano passò sotto il dominio degli Spagnoli.

I testi e le foto presenti in queste pagine sono stati liberamente tratti da:

"Storia, artisti e documenti" Vol 5 - Trecate Edito dalla Provincia di Novara nel 1993

Gli autori dei vari testi da noi riportati sono:

PIER LUIGI LOCATELLI & MARIA GRAZIA CANESTRINI

Fotografie a cura dello Staff di www.lapiazzaditrecate.it

 

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