I Santi Patroni

 

La comunità di Trecate venera due Santi Patroni, Cassiano e Clemente, figure importanti che segnano la storia della città.

San Cassiano è Patrono di Imola, considerato anche patrono degli Istituti degli Scolopi e dal 1952, per decreto di Pio XII, degli stenografi italiani. L’ispirazione per questi patronati nasce dalla vita narrata dal poeta cristiano Aurelio Clemente Prudenzio, originario della Spagna, che nei primi anni del V secolo, viaggiando tra Ravenna e Roma, visitò un sacello, situato nell'area della necropoli romana al Forum Cornelii, l'attuale Imola, dov'era venerato San Cassiano. Il poeta racconta la storia del martirio di Cassiano, siamo ai tempi di una grande persecuzione, con molta probabilità quella scatenata da Diocleziano e Massimiano, proseguita poi da Galerio e Massimino e durata dal 303 al 313 (Cattabiani, 1993). In quel periodo Cassiano insegnava a una numerosa scolaresca di Forum Cornelii, in modo duro e severo. Quando si scatenò la persecuzione, Cassiano si rifiutò di fare sacrifici agli dei come imponevano gli editti imperiali. Fu così che il magistrato decise di condannarlo gettandolo nelle mani dei suoi alunni i quali sfogarono l'odio che avevano segretamente accumulato nei suoi confronti (l’intero testo di Prudenzio, tratto dal IX inno del Peristephanon, è contenuto in “Brevi appunti su la vita e la morte di S.Cassiano Martire” di Mons. Carlo Alloria, 1927, 1952 e in “San Cassiano Martire”, F. Mittino, 2010). Questa storia rimane però molto vicina alla leggenda, non vi sono testimonianze storiche che la confermino. Un’altra leggenda, oggi dimenticata, è quella che narrava che Cassiano era stato prima vescovo di Sabiona, la diocesi che nella Rezia precedette quella di Bressanone, e di là fosse giunto al Forum Cornelii dove si fermò dedicandosi all'insegnamento. Questa credenza è però priva di qualunque fondamento storico, come il fatto che sarebbe stato vescovo di Forum Cornelii: nessuna delle due città poteva essere in quel periodo già diocesi. Questa seconda leggenda giustifica l’iconografia di San Cassiano che lo raffigura come vescovo (su veda l’altorilievo bronzeo del Manfrini nello Scurolo e la il pennacchio della cupola della Chiesa Parrocchiale Beata Vergine Assunta).

La nascita del culto a Trecate è legata al piccolo tempio dedicato a San Cassiano di cui si hanno testimonianze già nei primi decenni del IX secolo. Nel 1615 il vescovo Bascapè dona alla comunità parrocchiale di Trecate una reliquia del Santo.

Le reliquie di San Clemente, invece, più precisamente le ossa e il sangue, giunsero in paese il 18 dicembre 1758. Alle tre di notte la popolazione fu svegliata da un suono di campane che annunciava lo straordinario evento. Accorsa a villa Clerici trovò una cassetta contenente le reliquie del Santo, trasportate poi in solenne processione nella chiesa Parrocchiale. Giunte in chiesa le reliquie furono collocate sull'altare maggiore, in seguito deposte in un armadio della sacrestia e il 23 dicembre, temporaneamente, trasportate sotto l'altare di S. Giovanni Evangelista, in attesa di una degna collocazione.

Protagonista di questa vicenda è il marchese Giorgio Antonio Clerici, signore di Trecate, nel 1758, alla morte di Papa Benedetto XIV, venne nominato ambasciatore da Francesco I e dalla moglie Teresa, imperatrice d’Austria, affinché li rappresentasse a Roma durante il Conclave. Il 6 luglio 1758 fu eletto al soglio pontificio il Cardinale Rezzonico, con il nome di Clemente XIII. Terminato il conclave i Cardinali fecero dono al marchese dei corpi di due Santi Martiri custoditi nelle catacombe di San Calepodio. A uno fu dato il nome di San Benedetto, in onore del defunto pontefice, e l’altro quello di San Clemente al fine di onorare il nuovo Papa. Antonio Clerici decise poi di donare le Sante Reliquie: alla Chiesa di Cuggiono furono donate quelle di San Benedetto e a quella di Trecate quelle di San Clemente.

Della storia personale di San Clemente non si conosce nulla. L’analisi dello scheletro ha permesso di ipotizzare che morì sicuramente in giovane età, tra i venticinque ed i trent’anni, molto probabilmente durante una delle persecuzioni che contraddistinsero quei secoli. Inoltre l’ampolla che racchiudeva alcune gocce del suo sangue era in vetro cesellato, e non in vetro liscio o creta: questo fa presumere l’appartenenza del martire ad una famiglia patrizia.

Di rilevante importanza è anche la scelta della data in cui ricordare i due Santi Patroni. Per quanto riguarda San Cassiano, venne festeggiato il 13 agosto, giorno della festa liturgica, fino al 1952 quando don Mario Rossi unificò le feste dei due Patroni collocandole nell’ultima domenica di agosto. San Clemente dal 1782 al 1811 venne festeggiato l’ultima domenica di ottobre; dal 1813 venne sposta all’ultima domenica di settembre, tale scelta è stata probabilmente dettata dall’esigenza di porre una certa distanza tra la commemorazione del Santo Patrono e la festività dei morti; dal 1860, venne collocata nell’ultima domenica di agosto decisione motivata probabilmente dall’origine contadina del Borgo: settembre è periodo di raccolta per i contadini e quindi per aver una maggior partecipazione alle giornate di festa era necessario variare la data (i documenti relativi a questi spostamenti sono contenuti nel testo “1758-2008 San Clemente Martire. 250° anniversario dell’arrivo delle Reliquie a Trecate”, Mittino, F., 2009). Infine nel 2008 è poi stata fatta la scelta di spostare nuovamente la data, in cui festeggiare i due Patroni, e di collocarla la terza domenica di settembre, con l’intento di avvicinare ed integrare tutte le realtà presenti sul territorio, vivendo una festa all’insegna della comunione e della fraternità.

 

 

Filippo Mittino

 

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